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Casagiove ritorna Comune autonomo

  • Storia

Con decreto del 2 gennaio 1927, in pieno Ventennio fascista, veniva soppressa la provincia di Terra di Lavoro, quella che un tempo era stata “terra di confine” con lo Stato Pontificio e quella immediatamente vicina alla ex capitale del Regno delle Due Sicilie, Napoli. In questo modo, però, anche Caserta perse il titolo di capoluogo di provincia. Chi, in quel periodo “triste” per Caserta, si trovò a guidare la vita comunale fu l’onorevole Giovanni Tescione nel ruolo di sindaco e podestà. Pertanto, la città di Caserta non solo dovette subire questo “duro colpo” inferto dalle Istituzioni statali, ma, a dire dello storico casertano Olindo Isernia “appariva ormai destinata a subire inesorabilmente, nel giro di poco tempo, un sensibile ridimensionamento di ruoli e funzioni, che non avrebbe mancato di incidere negativamente sul suo futuro sviluppo”. In tutta questa situazione, attraverso un ulteriore decreto del 6 giugno 1927, vennero accorpati a Caserta alcuni comuni limitrofi: Casagiove, San Leucio, San Marco Evangelista e San Nicola la Strada. Appariva del tutto ovvio, che, in questo modo, la popolazione del comune casertano aumentasse di gran lunga. Il problema, quindi, non fu soltanto relativo a Caserta, ma anche a questi piccoli comuni i quali, tuttavia, persero si l’autonomia amministrativa, ma non quella sociale, restando attaccati indissolubilmente ai loro usi e costumi di sempre. Situazioni analoghe si registrarono anche in alcuni comuni del comprensorio tifatino, come ad esempio la cittadina di Curti, la quale venne accorpata al comune di Santa Maria Capua Vetere.

Dopo il Secondo conflitto mondiale vi fu uno spiraglio di luce per le autonomie comunali che finalmente, dopo 19 anni, vennero ricostituite. Tra queste anche Casagiove “già frazione di Caserta” che il 20 settembre 1946 “in virtù del D.L.P. n. 286 diviene Comune Autonomo”. Il Decreto Legislativo del Capo Provvisorio dello Stato, pubblicato tra l’altro, sul numero 287 – anno 87° della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (pag. 2777), sanciva che il Comune casagiovese “è(ra) ricostituito con la circoscrizione preesistente all’entrata in vigore del decreto medesimo” (Art.1). In secondo luogo era prevista una sorta di “uguaglianza” tra i dipendenti comunali, poiché al personale già in servizio presso il Comune di Caserta non potevano essere attribuiti “posizione gerarchica e trattamento economico superiori a quelli goduti all’atto dell’inquadramento medesimo” (Art.2). Ciò significava, appunto, che i colleghi casertani, rispetto a quelli casagiovesi, da un punto di vista lavorativo non avevano nessun “occhio di riguardo”.

Stemma del Comune di Casagiove
Stemma del Comune di Casagiove

Il distacco definitivo da Caserta, però, si raggiunse soltanto un anno dopo, e cioè quando attraverso le elezioni del 25 maggio 1947, venne eletta la prima amministrazione comunale dopo, ovviamente, l’avvenuta ricostituzione dell’autonomia comunale casagiovese. Alcuni giorni dopo, il 9 giugno 1947, nel corso della seduta del ricostituito Consiglio Comunale, venne eletto sindaco Michele Santoro, classe 1889 e sarto di professione. Gli altri membri che fecero parte di quel Consiglio Comunale come assessori, furono invece: Giovanni Casapulla classe 1911 e autotrasportatore di professione, Luigi Russo di professione ferroviere, Vincenzo Fiano classe 1903 e di professione commerciante, Pietro Melone classe 1920 e di professione impiegato, Michele Piccinno classe 1893 e di professione coltivatore, Mario Albano classe 1923 e all’epoca ancora studente. Successivamente, invece, entrarono in gioco, in sostituzione di alcuni assessori i consiglieri: Raffaele Santoro classe 1902 e di professione ragioniere, Antonio Palermiti classe 1917 e anch’egli ragioniere, Francesco Della Valle classe 1911 e di professione commerciante, Michele Mingione classe 1895 e di professione ferroviere.

Quest’anno ricorrono 75 anni da quella “riconquistata” autonomia comunale e il ricordo di quel periodo storico, ancora oggi, resta scolpito nei ricordi dei più anziani, alcuni dei quali, nati “geograficamente” a Casagiove, ma, burocraticamente a Caserta. Nel 2017, a distanza di 70 anni dall’evento, l’allora Amministrazione Comunale di Casagiove guidata dal sindaco Roberto Corsale, con l’ausilio di un apposito comitato formato da persone culturalmente attendibili, ritenne opportuno ricordare la circostanza storica con una serie di attività collaterali, culminate poi in una fastosa manifestazione in piazza degli Eroi, la piazza che accoglie il monumento dei caduti in guerra e che, “simbolicamente” ricorda tutti coloro che ci hanno preceduto, i quali, anche con il sangue versato per la Patria, hanno cercato di lasciarci un mondo ed una società migliori, fatti di valori autentici, quegli stessi valori che spesso e volentieri denigriamo.

Bibliografia
  • Olindo Isernia, Nuovi Saggi di storia casertana: Ottocento – Novecento, Caserta 2006.
  • Michele Santoro, Casagiove tra storia e memoria, San Prisco 2000.
  • A. Zaza D’Aulisio, G.C. Comes, A. Casertano, Tornammo a chiamarci casagiovesi, Casagiove 2017.
  • Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana, Anno 87° – Numero 257, Roma 12 novembre 1946.

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