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La resa di Caserta. Fine della Seconda Guerra Mondiale in Italia

  • Storia

Il 29 aprile 1945, alle ore 14, nella Reggia di Caserta, sede del Comando militare alleato, venne firmata la resa delle forze armate del Terzo Reich in Italia. Nella sala di rappresentanza di Astrea i plenipotenziari tedeschi colonnello Viktor von Schweinitz, in rappresentanza del generale Heinrich von Vietinghoff, comandante del gruppo d’armate C della Wehrmacht, e maggiore Eugen Wenner, per conto del generale Karl Wolff, comandante delle SS in Italia, di fronte al generale William Duthie Morgan, capo di stato maggiore del Comando militare alleato guidato dal generale Harold Alexander, firmarono la resa incondizionata delle forze armate germaniche in Italia. Il cessate il fuoco sarebbe cominciato alle ore 14 del 2 maggio.

Le trattative per una resa delle forze germaniche erano, in realtà, cominciate già nel marzo del 1945, quando il generale Wolff ebbe incontri con Allen Dulles, capo del servizio segreto statunitense. Al di là di ciò, quella firma segnò la fine piena e definitiva di un incubo. Quell’incontro rappresentò il sigillo sulla conclusione di una guerra che aveva distrutto la provincia di Caserta e l’Italia intera. In realtà, si può dire che la pace in Terra di Lavoro era ritornata un anno prima quando, sotto le spinte delle forze alleate, i tedeschi erano stati costretti ad abbandonare la linea Gustav per ritirarsi nel nord Italia sulla nuova linea denominata “Gotica”.

Prima di allora, però, la nostra provincia era stata colpita duramente dagli effetti della seconda guerra mondiale. Ai lutti e alla disperazione di tanti giovani al fronte e dei bombardamenti alleati, dopo l’8 settembre 1943 si aggiunse la furia dei reparti della Wehrmacht e delle SS che si accanirono con rastrellamenti e stragi sulla popolazione della provincia di Caserta colpevole, come tutti gli italiani, di tradimento. Basti ricordare due episodi, in particolare, che hanno colpito le comunità di Villa Volturno (entità comunale che all’epoca riuniva le odierne cittadine di Bellona e Vitulazio) e di Caiazzo. A Villa Volturno tra il 2 e il 17 ottobre 1943 reparti aggregati alla Panzer Division “Herman Goering” fucilarono ben 83 persone (66 civili, 6 religiosi, 10 militari sbandati ed un carabiniere) come rappresaglia per la resistenza agli ordini delle autorità germaniche. Sul monte Carmignano nel comune di Caiazzo, invece, il 13 ottobre 1943 soldati della 3ª Panzer Grenadier Division assassinarono 22 persone, tra cui bambini e malati, come rappresaglia per ipotetici aiuti della cittadinanza alle forze alleate. Questi sono solo due esempi delle stragi avvenute in provincia di Caserta.

In quel periodo, tuttavia, non furono solo i fucili tedeschi a sparare. Il 21 gennaio 1944, infatti, nelle cave vicino a Sant’Angelo in Formis i soldati alleati fucilarono 13 militi della Repubblica Sociale Italiana, tutti giovanissimi ritenuti colpevoli di spionaggio e sabotaggio. A questi episodi di morte e violenza si affiancarono nelle nostre zone, però, anche esempi di grande coraggio e valore. Il 5 ottobre 1943 a Santa Maria Capua Vetere venne ucciso dai tedeschi, in ritirata oltre il Volturno, il partigiano sedicenne Carlo Santagata che aveva attaccato da solo un gruppo di militari della Wehrmacht. Il giovane napoletano venne impiccato ad un albero lungo l’Appia.

Altro episodio di valore e di coraggio che si verificò nella nostra provincia fu senza dubbio il sacrificio dei reparti del ricostituito esercito italiano nella battaglia di Monte Lungo: la brigata denominata “Primo raggruppamento motorizzato”, formato dal 67° reggimento “Legnano”, dal 51° battaglione bersaglieri, e dall’11° reggimento artiglieria, venne impiegata nella battaglia contro le forze tedesche al fianco delle truppe americane dal 7 al 16 dicembre 1943. I nostri soldati, in un combattimento ferocissimo, vennero decimati, ma alla fine riuscirono a conquistare le postazioni in altura.

Questi pochi episodi, che non rappresentano lontanamente la totalità delle vessazioni e delle rivalse che interessarono la nostra provincia, vogliono unicamente indicare alcune pietre miliari di un processo storico che culminerà nella firma della resa incondizionata delle forze armate tedesche in Italia di cui oggi ricorre il 76° anniversario.

Bibliografia

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