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Il culto di San Michele Arcangelo nel territorio casertano

A Caserta, così come in alcune località del suo comprensorio, San Michele Arcangelo definito nelle Sacre Scritture come il “Principe delle Milizie Celesti”, gode di un culto davvero sentito. Un culto, quello verso l’Arcangelo “con la spada” introdotto nel Medioevo dal popolo proveniente, secondo gli storici più accreditati, dalla “fredda” penisola Scandinava: i longobardi. Alla loro evangelizzazione i longobardi, da subito elessero loro principale protettore il glorioso Arcangelo, talvolta effigiando la sua immagine, come segno di protezione, sui loro pesanti scudi da combattimento. Fu facile, quindi, per questo popolo “barbaro” contrappore l’immagine trionfale dell’Arcangelo, vincitore del Bene sul Male, alle loro ormai “vecchie” divinità pagane. La popolarità dell’Arcangelo “guerriero”, però, venne anche provata dal fatto che, addirittura, la sua immagine venne coniata sulle monete.

Il culto micaelico venne, pertanto, introdotto anche nell’antica Casa Hirta (odierno borgo di Casertavecchia), dai longobardi, i quali non si ridussero soltanto a venerare il Santo da un punto spirituale, ma pure e soprattutto tramite l’edificazione di una sontuosa chiesa, ancora oggi apprezzata da turisti e storici dell’arte, divenuta poi duomo e cattedrale (sede vescovile). La devozione verso l’Arcangelo venne anche introdotta nella Caserta “nuova” (la città in pianura), tramite la “trasferimento” della sede vescovile con il relativo Capitolo dei Canonici, con una suntuosa cerimonia che vide l’apertura al culto della “nuova” chiesa cattedrale, nel 1842, cerimonia a cui prese parte il presule casertano monsignor Domenico Narni Mancinelli. Ancora oggi nella cattedrale di Caserta è oggetto di culto, nel cappellone situano sul fondo della navata destra, una statua lignea raffigurante San Michele Arcangelo risalente al XIX secolo. La venerazione verso l’Arcangelo san Michele è però testimoniata, come già detto, in altri luoghi del comprensorio casertano. Tra questi va ricordata la città di Maddaloni, di cui l’Arcangelo è Patrono e il cui santuario è posto sulla sommità del monte che, appunto, sovrasta l’abitato maddalonese. In particolare è oggetto di culto una scultura lignea che, nel mese di agosto viene traslata nella chiesa del Corpus Domini di Maddaloni, dove rimane esposta alla pubblica venerazione fino ai giorni dei festeggiamenti popolari in onore al Santo che si tengono, in genere, negli ultimi giorni di settembre. La statua venerata a Maddaloni raffigura san Michele ornato dalla tipica armatura da antico romano, nell’atto trafiggere Lucifero con una lancia, mentre in una mano tiene una bilancia, simbolo quest’ultimo legato al suo essere anche il “giudice delle anime”.

Duomo di Casertavecchia
Duomo di Casertavecchia - Interno

San Michele Arcangelo è anche patrono di Casagiove, dove è presente anche la chiesa parrocchiale ad egli dedicata. A Casagiove è venerata una interessantissima scultura dell’Arcangelo risalente al 1718 ed opera artistica del valente scultore barocco di origini venete ma operante a Napoli, Giacomo Colombo. San Michele, pur essendo il principale protettore della comunità casagiovese, gode rispetto al “compagno” compatrono san Vincenzo dé Paoli, di una devozione legata prevalentemente all’aspetto liturgico. Nella cittadina di Curti, dove è presente la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, si venerano due sculture dell’Arcangelo, quello di legno indorato “mastodontica” esposta nella nicchia della barocca macchina d’altare maggiore della chiesa, l’altra statua invece, più piccola ma comunque lignea e di interessante fattura, viene trasportata processionalmente insieme a quella dell’altro protettore San Rocco, in occasione dei festeggiamenti che si tengono nel mese di settembre. Una ulteriore testimonianza del culto micaelico riguarda la città di Marcianise, dove è ubicata la chiesa collegiata di San Michele Arcangelo (detta anche duomo). Anche in questa “monumentale” chiesa si conservano due sculture del Santo, quella esposta nella nicchia sull’altare maggiore risalente almeno al XVII secolo e l’altra del Settecento che l’8 maggio viene trasportata processionalmente lungo alcune strade di Marcianise.

Uno dei luoghi, senz’altro affascinanti, legati alla figura di San Michele Arcangelo è la basilica benedettina di Sant’Angelo in Formis (frazione di Capua). In questa chiesa, collocata in punto da cui è possibile scorgere la pianura di Terra di Lavoro, si conservano importanti affreschi raffiguranti scene tratte dalle Sacre Scritture, affreschi da sempre apprezzati e studiati da storici dell’arte.

Bibliografia
  • Mariaclaudia Izzo (a cura di), Caserta e le sue cattedrali, Caserta 2005.
  • Michele Schioppa, San Michele Arcangelo patrono di Maddaloni: cronaca di una devozione, Maddaloni 2001.
  • Francesco Duonnolo, Rossella Valletta, La basilica di S. Angelo in Formis, Aversa 2012.
  • Lucia Giorgi, Francesco Santacroce, L’insula religiosa di Caserta Vecchia: il simbolismo nella cattedrale di San Michele Arcangelo e il restauro dell’ex ospedale dell’Annunziata, Caserta 2015.

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