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Il nuovo libro di Salvatore Costanzo sullo scultore Onofrio Buccini

  • Arte

Non smette di stupire molti specialisti e studiosi la nuova pubblicazione dell’architetto Salvatore Costanzo dedicata a «Le verità di Buccini: vicende, personaggi e sculture dell’800», un corposo volume che riaccende i riflettori sull’accattivante ricerca storico-artistica dell’opera del celebre Maestro di Marcianise, Onofrio Buccini (1825-1896), tra i più interessanti autori dell’arte plastica in Campania e, più estesamente, nel Meridione d’Italia.

Il lavoro rappresenta un documento assolutamente inedito che si accompagna ad un’incredibile quantità di argomenti, testimonianze e illustrazioni; esso torna ad alimentare il dibattito sul metodo di lavoro del prof. Costanzo, che con i suoi 40 volumi scritti nell’ambito della Storia dell’arte, già presenti in numerosi Dipartimenti Universitari (poli umanistici, scientifici e tecnologici), continua a lasciare un segno profondo e ad interessare il pubblico di tutte le latitudini, complici presentazioni, eventi, dibattiti e mostre che da molti decenni ripercorrono i capitoli fondamentali dei suoi studi.

«Onofrio Buccini – ci spiega l’autore dello studio – fu certo una figura poliedrica in grado di destreggiarsi tra espressioni e raffigurazioni differenti; un’abilità di cui possiamo leggere gli straordinari esiti proprio nelle sue maggiori opere celebrative (Monumento a Giambattista Vico, Gruppo della Sirena Partenope, Monumento alla Carità e Monumento al Vanvitelli). Unici i suoi busti e figure che rappresentano creazioni artistiche di personaggi illustri per la Città di Napoli e, più diffusamente, per committenze in Terra di Lavoro e nelle regioni del Sud».

Il nuovo volume di Costanzo aggiunge materiale per ricostruire dettagliatamente le esperienze professionali dello scultore, per fissarle meglio nel contesto del settore critico-figurativo. Diverse disamine di Buccini sono dedicate alle informazioni sull’attività di molte schiere di artisti, in particolare due scultori a lui rivali, Tito Angelini e Tommaso Solari, considerati i rappresentanti più singolari dell’ambiente napoletano. Di costoro il marcianisano traccia i tratti salienti di cospicue vicende, sottolinea la specificità dei loro pessimi profili professionali ed esprime, a più riprese, uno scadentissimo giudizio sulla qualità delle loro opere. Nella ricerca, non mancano notizie su diverse cerchie di artisti legati alla condivisione di idee, stili o influenze, personaggi e protagonisti che appaiono davvero particolari, con i loro pregi e difetti; spesso le loro vicissitudini, motivazioni e angosce, creano un forte legame emotivo con il lettore.
«Quanto all’uscita del libro e alla sua diffusione fuori dai confini nazionali in Paesi come l’America – precisa l’autore – va richiesta una lunga e attenta pianificazione, nonchè la collaborazione con professionisti esperti in diversi settori, come il diritto d’autore, la traduzione, la dogana e la distribuzione dell’opera. Com’è noto, non esiste in America un Museo dedicato esclusivamente all’arte dell’Ottocento napoletano; tuttavia, esistono alcuni musei con importanti collezioni d’arte europea (più largamente italiana) che conservano opere di scultori partenopei nel loro inventario. Composizioni segnate – da un punto di vista storico-artistico – da un progressivo alternarsi del linguaggio materico, a partire da rappresentanti quali Vincenzo Gemito, Achille D’Orsi e Tito Angelini. Basti pensare ad alcune raccolte presenti nei più famosi contenitori come il Metropolitan Museum of Art di New York, il Los Angeles County Museum of Art (LACMA) o la National Gallery of Art di Washington, D.C.»

Certo è che l’iniziativa di Costanzo rappresenta un’importante opportunità di creare nuovi legami culturali e sinergici tra l’arte figurativa italiana e americana, e offre l’opportunità di ulteriori ricerche e studi nel campo della produzione plastica: un contributo significativo all’apprendimento e alla divulgazione delle conoscenze storico-artistiche del passato, capace di trasformare lo studio in una preziosa fonte di arricchimento internazionale.

Ma per tornare alle opere della nostra civiltà figurativa moderna nei Musei americani e alla loro sicura presenza in Collezioni private e Mostre temporanee, va messo in luce che la trattazione generale del testo di Costanzo evoca emozioni e riflessioni che bene evidenziano i cambiamenti ottocenteschi a Napoli nel rapporto tra il pubblico e il mercato dell’epoca, aspetti che rimandano a uno dei temi centrali nella storia e nella cultura degli Stati Uniti, spesso legati al concetto di idea di “progresso inarrestabile”.


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