Molti di noi, almeno una volta nella propria vita, si sono trovati a passeggiare in via Mazzini a Caserta. Centinaia di migliaia di persone hanno percorso questa strada, trovandosi per forza di cose a transitare davanti al teatro comunale, uno dei luoghi di cultura più rinomati della città. Tutti lo conoscono, ma pochi lo citano con il suo titolo completo “Teatro Comunale Parravano”. Ai più non cambia nulla, si tratta di un nome, un semplice nome che non dice nulla a nessuno. Parravano però è più di un semplice appellativo. Indica una delle figure più importanti e nobili della classe politica ed artistica casertana di fine ‘800, un uomo che si è speso per il benessere e per il miglioramento sociale e culturale di Caserta: Costantino Parravano. Ne parliamo oggi per un motivo molto semplice: il 28 febbraio ricorre il 117° anniversario dalla morte di un uomo che visse in pieno la propria vita e che realizzò tanto per la propria città.
BIOGRAFIA
Costantino Parravano, o meglio, Costantino Biagio Giacomo Francesco Parravano nacque a Caserta il 23 novembre 1841 da Nicola e Concetta Rosiello. Il padre, classe 1809, nativo di Fontanaliri in provincia di Frosinone, svolge la professione di farmacista a Caserta. Partecipò ai moti insurrezionali collegati all’avanzata delle truppe garibaldine nel 1860. Tra il 1865 e il 1868, eletto con 186 voti, è consigliere comunale nell’amministrazione guidata dal sindaco avv. Giuseppe De Falco. Fin da giovanissimo Costantino presentò una passione vivace e spiccata propensione per la musica. Tant’è vero che dopo aver frequentato le scuole regie di Caserta, studiò all’allora Collegio di Musica di Napoli (oggi Conservatorio San Pietro a Majella). Le volontà paterne entrano in conflitto però con le aspirazioni del giovane. Nicola Parravano aveva la necessità di lasciare al figlio non solo l’attività di famiglia, ovvero la farmacia, ma anche il seggio in Consiglio Comunale. Non a caso Costantino entrerà nella civica assise casertana nel 1870 a 29 anni. Più tarda invece è la successione alla guida della farmacia. Costantino, infatti, conseguì la laurea in Chimica e Farmaceutica solo dopo la morte del padre avvenuta il 26 dicembre 1882. Sposò Maddalena Carfora, figlia di una buona famiglia di Santa Maria a Vico dalla quale ebbe cinque figlie: le prime due morirono in tenera età, a cui poi seguiranno Cecilia, Cristina e Teresa. Oltre agli incarichi al Comune di Caserta, che lo videro impegnato anche come membro della Giunta, ricoprì il ruolo di presidente della Camera di Commercio di Terra di Lavoro, Benevento e Molise. Accanto agli impegni civili, perseguì anche quelli artistici scrivendo melodrammi musicali e altri generi di composizioni. Morì a Caserta il 28 febbraio 1905 all’età di 63 anni.
L’IMPEGNO POLITICO AMMINISTRATIVO
L’ingresso di Costantino Parravano in Consiglio Comunale rappresenta sicuramente un segnale del cambiamento delle strutture sociali e politiche in corso in quegli anni, i cui sintomi iniziali si intravvedono già nella fase immediatamente successiva all’Unità d’Italia. In questa evoluzione rientra a tutti gli effetti anche la figura di Costantino Parravano e di suo padre prima di lui. Un farmacista, un professionista, un borghese siede insieme a coloro che avevano retto le sorti della comunità casertana per decenni. Parravano ricoprirà il ruolo di consigliere comunale per ben 18 anni, dal 1870 al 1888, arrivando a ricoprire incarichi di Giunta. Dai colleghi e dai cronisti del tempo veniva presentato come «un uomo che non scende a compromessi e a giochi di potere». Un consigliere, quindi, il cui unico scopo nel ricoprire la carica fu quello di operare per il bene della comunità. In effetti, cominciò sin da subito a farlo. Nella sua prima consiliatura a 29 anni denunciò lo stato degradante del Comune di Caserta pieno di «debiti e bisogni». Consapevole di ciò si operò per tentare di ridurre la massa debitoria del Comune arrivando, secondo alcune fonti, a liquidare con soldi propri la somma di L. 70.551 per l’arretrato sul dazio. L’operato del Parravano non si limitò, però, a questo. Nella sua visione personale, Caserta per risollevarsi doveva puntare sul miglioramento delle sue strutture cittadine e sull’alfabetizzazione e istruzione dei giovani a cui l’amministrazione doveva essere capace di trovare lavoro guardando soprattutto al settore dell’artigianato. Fu sua l’idea di piazza Commestibili, destinata cioè a «purgare la città dai negozi insalubri». Su suo impulso la “Casina” di piazza Dante venne livellata e dotata di illuminazione elettrica, producendo effetti gradevoli. La piazza diventò centro di incontro e di confronto cittadino e luogo destinato anche alle esibizioni musicali. La sua iniziativa più importante però resta sicuramente quella di aver voluto e curato i lavori di restauro del teatro comunale che oggi porta il suo nome. «Non si creda – spiega Parravano in un suo intervento – che il restauro al Teatro Comunale sia spesa sciupata; un buon teatro, o Signori, attira molta gente, che in questo modo si avvezza ad essere generosa, impara a scansare quei difetti che sotto la maschera comica sono sferzati ed esposti al ridicolo ed alla conseguente riprovazione del pubblico. Non si trascuri questo lato della pubblica educazione». Proprio quello dell’educazione e quindi della scuola fu uno degli altri settori dove si denota l’impegno del Parravano. Sua fu l’iniziativa che porterà il Ginnasio Convitto a migliorare la propria sede, così come suo fu l’impulso che avrà come effetto la nascita del Liceo Classico “Pietro Giannone” nel 1883.
IL MUSICISTA
Nell’analizzare brevemente l’esistenza umana ed il contributo di Costantino Parravano non si può desistere dal fare un passaggio su quella che è stata alla fine la più grande passione della sua vita: la musica. Abbiamo già esposto precedentemente gli studi che Parravano compì alla Real Collegio di Musica di Napoli. Proprio qui fu allievo di Domenico Gatti per quanto riguarda lo studio del pianoforte, di Saverio Mercadante e del casertano Michele Ruta per la composizione. La sua personale produzione musicale iniziò a 15 anni e lo accompagnò per tutta la vita. Purtroppo molte delle sue opere sono andate perdute. Proprio nel 1861 a Caserta venne rappresentata la prima opera del 15enne Costantino Parravano, il melodramma tragico in tre atti “L’Isaura da Firenze” su libretto di Giuseppe Inglese. Nel 1867 fu la volta di “Colpa e Castigo” rappresentata al teatro Bellini di Napoli a cui seguiranno poi “L’ultimo dei Mori in Ispagna” del 1874, rappresentata al teatro Fondo di Napoli, e la “Ginevra da Monreale” del 1878, opera che riprende le vicende di Ettore Fieramosca, rappresentata al teatro Dal Verme di Milano. Proprio in merito a quest’opera, che valse al Parravano l’estensione oltre ai confini regionali della propria musica, mi sembra giusto riportare un estratto della critica alla rappresentazione del quotidiano “Il Sole” di Milano del 20 novembre 1878: «Nel numero di ieri ho riassunto le cronache della prima rappresentazione al Dal Verme della Ginevra di Monreale, la quale valse al maestro Parravano ed agli artisti applausi e numerose chiamate…Nella sua nuova opera Ginevra da Monreale, tolta dall’Ettore Fieramosca, il Parravano dà frequenti ed indiscutibili prove di maestria musicale, sa guadagnare l’approvazione del pubblico con la chiarezza e l’espressione dei motivi, si serve abilmente delle tinte d’effetto. Da ciò il bellissimo successo del suo spartito». Altre opere diversamente da quelle citate non trovarono alcuna rappresentazione come la “Piccarda Donati”, “Gli Usocchi” e “La Dama Bianca”.
Bibliografia
- A. Giordano, Cultura e impegno civile di Costantino Parravano, in Marcello Natale (a cura di), Quaderni della Biblioteca del Seminario di Caserta – volume 5°, Caserta, Associazione Biblioteca del Seminario Civitas Casertana;
- M. Meriggi, L. Tedoldi, Storia delle Istituzioni Politiche – Dall’antico regime all’era globale, Roma, Carocci editore, 2020.
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